venerdì 28 maggio 2010

19. Ricomposizione e appaesamento

La parola città ha resistito all'uso fascinatorio e fantasmagorico della parola metropoli, poichè questa ha di continuo segnato la nostalgia della propria origine, appunto la città, e la paura di averla distrutta e corotta per sempre. Se la metropoli si è fatta metafora delle catastrofi innestate dal processo di modernizzazione, la città ha continuato ad essere la metafora di ogni tentativo di ricomposizione politica. La metropoli non resiste ai mutamenti ed anzi li sollecita, se ne nutre; la città è chiamata a moderarli. L'una manifesta la dissipazione e il disordine, l'altra richiama alle regole e alla giustificazione del loro significato. L'una promette appaesamento, l'altra produce spaesamento. Messe a confronto, l'una repelle l'altra.

A. Bonomi, A. Abruzzese, La città infinita.

martedì 25 maggio 2010

domenica 23 maggio 2010

17. Grotta, bosco, uragano

Io non ho paura della città
ma so che può trasfomarsi
in grotta, e bosco oscuro
e so che può inseguirmi
rapida come un uragano.

Stefano Benni, Blues in sedici. Ballata della città dolente

sabato 22 maggio 2010

venerdì 21 maggio 2010

15. La natura viva di ogni città

Accade che, discutendo di realtà urbane colpite da eventi traumatici particolarmente feroci, ci si dimentichi la natura viva di ogni città, organismo in continua evoluzione, sistema complesso suscettibile di mutamenti anche in assenza di calamità come una guerra. Non si possono certo sottovalutare le accelerazioni, gli arresti e, in generale, i profondi cambiamenti che una tale catastrofe ha scatenato in seno a una città, sovrapponendo in un tempo relativamente molto breve una pluralità di situazione e di relazioni talvolta incandescenti (...)

M. Haidar, Città e memoria.

lunedì 17 maggio 2010

giovedì 13 maggio 2010

13. Asfalto

Nella città di asfalto sono a casa mia.

Brecht, Von armen B.B.

mercoledì 12 maggio 2010

sabato 1 maggio 2010

11. Irregolarità, avvicendamenti, precipitazioni, intermittenze

Non diamo dunque particolare importanza al nome della città. Come tutte le metropoli era costituita da irregolarità, avvicendamenti, precipitazioni, intermittenze (...) da un gran battito ritmico e dall'eterno disaccordo di tutti i ritmi; e nell'insieme assomigliava alla vescica ribollente posta in un recipiente materiato di case, leggi, regolamenti e tradizioni storiche.

Musil, L'uomo senza qualità

10. Porta a Prato