martedì 27 dicembre 2011

64. Una cosa tutta da imparare

Non sapersi orientare in una città non vuol dire molto. Ma smarrirsi in una città come ci si smarrisce in una foresta è una cosa tutta da imparare. I nomi delle strade devono suonare, allora, all’orecchio dell’errabondo come lo scricchioli dei rami secchi, e le viuzze interne gli devono scandire senza incertezze, come le gole montane, le ore del giorno. Tardi ho appreso quest’arte; essa ha coronato il sogno, i primi segni del quale furono i labirinti che arabescavano le carte assorbenti dei miei quaderni.

Walter Benjamin, Infanzia berlinese intorno al 900

domenica 25 dicembre 2011

martedì 13 dicembre 2011

62. Guardando almeno 
un po' dell'amata città

Comunque non poteva durare a lungo. L'esperienza

degli anni me lo insegna. Ma troppo presto però

intervenne a porvi fine il Destino.

Fu breve quella bella vita.

Ma come furono intensi i profumi,

e in quale straordinario letto giacemmo,

e a quale piacere concedemmo i corpi.
Una risonanza di quei giorni di piacere,

una risonanza di quei giorni mi raggiunse,

qualcosa del fuoco della giovinezza di noi due:

ripresi in una lettera,

e più volte la rilessi finché mancò la luce.
Poi malinconicamente uscii sul balcone -

uscii per mutare i pensieri, guardando almeno

un po' dell'amata città,

un po' di movimento nella strada e nei negozi.

1917

Konstantinos Kavafis, Di sera

domenica 11 dicembre 2011

mercoledì 16 novembre 2011

lunedì 14 novembre 2011

59. Da solo

Esistono certi posti così nella città, tanto stupidamente brutti che ci stai quasi sempre da solo.

Louis-Ferdinand Céline, Viaggio al termine della notte

sabato 12 novembre 2011

domenica 6 novembre 2011

57. La grande città, l'unico deserto alla portata dei nostri mezzi

Hai tante cose dentro di te e la più nobile di tutte, il senso della felicità.
Ma non aspettarti la vita da un uomo.
Per questo tante donne s'ingannano.
Aspettala da te stessa.
Non sarai mai felice se continui a cercare in che cosa consista la felicità.
Non vivrai mai se stai cercando il significato della vita.
Come rimedio alla vita di società suggerirei la grande città.
Ai giorni nostri, è l'unico deserto alla portata dei nostri mezzi.
Non conosco che un solo dovere: quello di amare.
Nel bel mezzo dell'inverno ho infine imparato che vi era in me un'invincibile estate.

Albert Camus

venerdì 4 novembre 2011

martedì 13 settembre 2011

55. Una testa, delle spalle e dei piedi

Una città è come un animale. Possiede un sistema nervoso, una testa, delle spalle e dei piedi. Ogni città differisce da tutte le altre: non ce ne sono due uguali.

John Steinbeck, La perla

54. Strada/Esperienza

... è ancora una vera strada, non una via funzionale di comunicazione, un qualcosa come un'esperienza complessa.

Roland Barthes, Incidenti: La luce del Sud-Ovest

lunedì 23 maggio 2011

venerdì 20 maggio 2011

mercoledì 18 maggio 2011

lunedì 16 maggio 2011

sabato 14 maggio 2011

48. Desideri e paure

Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure, anche se il filo del loro discorso è segreto, le loro regole assurde, le prospettive ingannevoli, e ogni cosa ne nasconde un'altra.

Italo Calvino, Le città invisibili

giovedì 12 maggio 2011

martedì 10 maggio 2011

domenica 8 maggio 2011

45. Il transito da un campo all'altro

Nella Parigi balzachiana non ci sono più campi e anticampi (siano essi luoghi, quarieri, ceti, classi o valori) in opposizione tra loro. C'è invece una molteplicità di campi che si trovano tra loro in relazione dialettica. Questa dialettica si dispiega in tutta la sua potenza nello spazio pubblico cittadino: è qui che essa produce l'evento originario, la scintilla che poi metterà in moto l'intera narrazione. Si tratta dell'incontro casuale che permette all'individuo il transito da un campo all'altro senza che esso venga percepito come una violazione della norma o del conflitto. In città, sembra dire Balzac, ogni volta che ci si trova in una situazione di confine tra un campo e un altro non è il caso di preoccuparsi: ci sarà sempre un Caronte disposto a traghettarci sull'altra sponda.

Emilio Ilardi, Il senso della posizione: romanzo, media e metropoli da Balzac a Ballard

giovedì 5 maggio 2011

martedì 5 aprile 2011

43. Camminavo con la natura

Felice in ciò, che camminavo con la natura, senza avere pratica troppo presto delle deformità della vita affollata.
William Wordsworth

sabato 26 marzo 2011

lunedì 14 febbraio 2011

41. Tensione e vigilanza

Camminare in città è un’esperienza di tensione e vigilanza. La vicinanza delle auto è un pericolo costante, anche se il loro comportamento dovrebbe essere regolato dal codice della strada. Bisogna evitare la distrazione, che porta ad attraversare la strada senza guardare o fare spostamenti improvvisi sulla carreggiata. D'altronde alcune città ignorano i marciapiedi, e impongono di camminare sulla strada vicino alle auto. In Francia il marciapiede ha perso quasi ovunque la sua funzione di proteggere i pedoni, di fornire loro un luogo al riparo dal flusso delle auto. La sua superficie è diminuita nettamente nel corso del tempo, ha cessato di essere una zona neutra tra la casa e la strada, continuamente eroso da questa. Un tempo correva incontrastato lungo case e vetrine. (…) Non si può come un tempo sistemare una sedia sul marciapiede e guardare il flusso dei passanti. Lo spazio non basta. Qualche volta le panchine danno direttamente sul traffico, e non invitano ad accomodarvisi se non quando si è morti di stanchezza. Una città così manca di corpo, o piuttosto fa del corpo uno strumento ingombrante, faticoso, di cui si farebbe volentieri a meno.

David Le Breton, Il mondo a piedi. Elogio della marcia