venerdì 31 dicembre 2010

giovedì 30 dicembre 2010

sabato 4 dicembre 2010

36. In principio i nomadi...

In principio i nomadi devono aver provato una gran noia, e allora si sono detti: costruiamo qua e là, un po' dovunque, orribili città, fatte di pietra, affinché la nostra stanchezza verso questa vita abiti piazze e strade, palazzi e appartamenti. Perché siamo vuoti, e lo siamo tutti.

L'angelo Otto Sander in Così lontano, così vicino! W. Wenders - 1993

giovedì 2 dicembre 2010

venerdì 22 ottobre 2010

33. Luogo di non scelte e di scarsità

"... scarsità ed abbondanza possono combinarsi, e la città, luogo di scelte, può imporsi come luogo di non scelte e di scarsità, in cui si tratta per molti di accettare un alloggio qualsiasi, di acconsentire a fare lunghe file per potere usufruire di un qualunque servizio o per riuscire a trovare posto ad uno spettacolo (...). Quando una situazione di questo genere colpisce una parte considerevole della popolazione, è allora tutta la distribuzione spaziale della popolazione e delle attività ad essere rimessa in causa".

Remy e Voyè, Ville: ordre et violence

giovedì 21 ottobre 2010

mercoledì 20 ottobre 2010

martedì 19 ottobre 2010

domenica 17 ottobre 2010

30. Stop ai “bassi”

Uno dei fenomeni più recenti in città è quello della trasformazione di fondi commerciali in abitazioni. Così è successo ad esempio in via Palazzuolo, appartamenti ai limiti della vivibilità che vengono affittati a stranieri: «Basta all'uso dei fondi per appartamenti - tuona Renzi - non sarà più possibile fare queste operazioni, saranno proibite». L'amministrazione aveva paura che si venisse a creare questo tipo di utilizzo nel centro storico, in quei fondi oggi usati dagli avvocati, che in un futuro breve li lasceranno per seguire lo spostamento del Palazzo di giustizia.

Firenze futura? A volumi zero, Corriere Fiorentino - 15 Ottobre 2010

29. Disciplina incantevole e dura

La strada dunque è una specie di libro. Leggila. Non giudicare. Non scegliere troppo in fretta ciò che è bello o brutto. Sono concetti inaffidabili! Lasciati ingannare e rapire dalla luce, dall’ora e dal ritmo della tua andatura. Camminando a lungo, dopo una prima stanchezza, avvertirai un nuovo slancio, ti cullerà la strada come un letto in movimento. Nella città diventa massa. Unisciti ai cortei, partecipa ad un assembramento. Resta come in attesa. Agisci senza scopo. Ci si guarda negli occhi con le cosiddette cose; la periferia, il circondario, l’aria urbana per un passaggio verso la campagna e il vagabondare che è disciplina incantevole e dura.

F.Hessel, L’arte di andare a passeggio

sabato 16 ottobre 2010

venerdì 15 ottobre 2010

27. La città ti verrà dietro

(...)
Non troverai altro luogo non troverai altro mare.
La città ti verrà dietro. Andrai vagando
per le stesse strade. Invecchierai nello stesso quartiere.
Imbiancherai in queste stesse case. Sempre
farai capo a questa città. Altrove, non sperare,
non c'è nave non c'è strada per te.
Perché sciupando la tua vita in questo angolo discreto
tu l'hai sciupata su tutta la terra.

C. Kavafis, La città

giovedì 14 ottobre 2010

sabato 11 settembre 2010

25. In generale

In generale una città è tanto più bella e amata quanto più ci si può camminare.

G. Franco Repellini, Sulle strade della città: luoghi, progetti, sentimenti

sabato 4 settembre 2010

sabato 24 luglio 2010

giovedì 22 luglio 2010

21. Rimescolare elettrico

Le città sono come dei trasformatori elettrici: esse aumentano le tensioni, precipitano gli scambi, rimescolano all'infinito la vita degli uomini. Sono nate dalla più antica, dalla più rivoluzionaria divisione del lavoro: campi da un lato, attività cosiddette urbane dall'altro.

F. Braudel, Capitalismo e civiltà materiale

mercoledì 21 luglio 2010

venerdì 28 maggio 2010

19. Ricomposizione e appaesamento

La parola città ha resistito all'uso fascinatorio e fantasmagorico della parola metropoli, poichè questa ha di continuo segnato la nostalgia della propria origine, appunto la città, e la paura di averla distrutta e corotta per sempre. Se la metropoli si è fatta metafora delle catastrofi innestate dal processo di modernizzazione, la città ha continuato ad essere la metafora di ogni tentativo di ricomposizione politica. La metropoli non resiste ai mutamenti ed anzi li sollecita, se ne nutre; la città è chiamata a moderarli. L'una manifesta la dissipazione e il disordine, l'altra richiama alle regole e alla giustificazione del loro significato. L'una promette appaesamento, l'altra produce spaesamento. Messe a confronto, l'una repelle l'altra.

A. Bonomi, A. Abruzzese, La città infinita.

martedì 25 maggio 2010

domenica 23 maggio 2010

17. Grotta, bosco, uragano

Io non ho paura della città
ma so che può trasfomarsi
in grotta, e bosco oscuro
e so che può inseguirmi
rapida come un uragano.

Stefano Benni, Blues in sedici. Ballata della città dolente

sabato 22 maggio 2010

venerdì 21 maggio 2010

15. La natura viva di ogni città

Accade che, discutendo di realtà urbane colpite da eventi traumatici particolarmente feroci, ci si dimentichi la natura viva di ogni città, organismo in continua evoluzione, sistema complesso suscettibile di mutamenti anche in assenza di calamità come una guerra. Non si possono certo sottovalutare le accelerazioni, gli arresti e, in generale, i profondi cambiamenti che una tale catastrofe ha scatenato in seno a una città, sovrapponendo in un tempo relativamente molto breve una pluralità di situazione e di relazioni talvolta incandescenti (...)

M. Haidar, Città e memoria.

lunedì 17 maggio 2010

giovedì 13 maggio 2010

13. Asfalto

Nella città di asfalto sono a casa mia.

Brecht, Von armen B.B.

mercoledì 12 maggio 2010

sabato 1 maggio 2010

11. Irregolarità, avvicendamenti, precipitazioni, intermittenze

Non diamo dunque particolare importanza al nome della città. Come tutte le metropoli era costituita da irregolarità, avvicendamenti, precipitazioni, intermittenze (...) da un gran battito ritmico e dall'eterno disaccordo di tutti i ritmi; e nell'insieme assomigliava alla vescica ribollente posta in un recipiente materiato di case, leggi, regolamenti e tradizioni storiche.

Musil, L'uomo senza qualità

10. Porta a Prato

sabato 24 aprile 2010

9. Formicolante città

O città formicolante, città piena di sogni,
dove lo spettro accosta il passante alla luce del giorno!

Baudelaire, I sette vegliardi.

venerdì 23 aprile 2010

8. San Jacopino

7. Oltre

Ma a te, pazzo, do questo insegnamento per congedo: dove non è più possibile amare bisogna passare oltre!
Così parlò Zarathustra e passò oltre il pazzo e la grande città.

Nietzsche, Così parlò Zarathustra.


martedì 23 marzo 2010

3. Careggi

2. Ingresso indipendente

Gli annunci delle agenzie immobiliari fiorentine sono pieni di offerte di mono e bilocali forniti di un "ingresso indipendente". Dietro a questa "rivendicazione di autonomia domiciliare" quasi sempre si nascondono fondi commerciali trasformati in abitazioni civili.
Questo piccolo blog da flâneur racconta per immagini una lunga passeggiata attraverso Firenze e i suoi cambiamenti. Soprattutto quelli maturati ad altezza di marciapiede.

1. I bassi fiorentini

"Basta camminare lungo i marciapiedi, per accorgersi che qualcosa è cambiato. Vetrine di negozi chiuse da tendine ricamate, o con i vetri sabbiati, minuscoli portoncini incastonati dentro ex bandoni, sporti con vetrate di vetro decorato, spioncini, grate di ferro battuto. E di lato, campanelli, citofoni, perfino stoini e portaombrelli. Direttamente sui marciapiedi. Non siamo a Napoli, ma a Firenze, dove un nuovo modo di abitare, con l' affaccio diretto sul piano della strada, il salotto la camera il bagno a un metro o due dal marciapiede o dal cassonetto, o da una coda di auto ferme al semaforo, si è ormai imposto nella tradizionale «cortina edilizia» fiorentina. Case ricavate dai tanti fondi che negli ultimi anni hanno chiuso i battenti per la crisi, o venduti proprio in vista di un' utilizzazione certamente più redditizia, come quella abitativa, soprattutto dal ' 99 in poi, in seguito alla esplosione del mercato immobiliare fiorentino. Case spesso illuminate solo dallo sporto sulla strada e che ospitano le fosse biologiche dell' intero palazzo, minacciate dall' acqua piovana che tracima dai marciapiedi e nella cui intimità chiunque può buttare un' occhiata passando. Ma case che in qualche modo sono una casa per chi mai potrebbe permettersene una normale, «basso» senza il vantaggio della pittoresca prossimità umana dei bassi napoletani, e custode di una nuova marginalità sociale, che è ormai anche quella che colpisce il ceto medio e i redditi medio-bassi - giovani coppie, single, anziani, studenti, lavoratori che si spostano. Oltre agli immigrati con un lavoro. Di solito affittuari - grazie ad affitti più bassi di quelli delle altre abitazioni - ma qualche volta perfino acquirenti, visto che una casa sul piano strada costa, mediamente, il 30% meno di un mono o un bilocale «normali». Case cresciute silenziosamente, dietro piccoli cartelli che avvisano di una ristrutturazione in corso per la quale, a parte la Dichiarazione di inizio lavori (Dia), firmata da un tecnico e da presentare al Comune, non occorrono espliciti permessi. Un vero boom nel boom, le cui dimensioni esatte sfuggono ai censimenti (...) e che, iniziato in centro, nei quartieri ad alto tasso di mortalità commerciale come l' Oltrarno e Santa Croce, ha preso ormai piede ovunque, dalle Cure al Parterre, da Campo di Marte a Novoli. Contarli tutti, del resto, sembra quasi impossibile..."


Testo tratto dall'articolo Nei fondi spuntano le case anche a Firenze nasce il 'basso' di Maria Cristina Carratù pubblicato il 21 marzo 2006 su La Repubblica, cronaca di Firenze.